Non leggete questo blog

Non leggete quello che scrivo se non siete disposti ad accettare che il dolore esiste, che il dolore è qui e che rischia di sfiorarvi e forse di travolgervi.

Non leggetelo se non siete disposti a tacere.
Non ditemi mai "non DEVI fare così, non DEVI dire questo" .
Che ne sapete voi di quello che ho dentro? Che ne sapete voi di cosa vuol dire doversi alzare dal letto ogni mattina per affrontare il vuoto, il lutto, la mancanza irrimediabile?

Non leggetelo se siete convinti che la vita sia solo rose e fiori e non volete vedere il nero.

Non leggetelo se volete solo distrarvi.

Non leggete le mie parole se pensate di dirmi "la vita va avanti, devi vivere per te".

Qui vi troverete sbattuto in faccia il dolore soffocante, quello che impedisce di respirare.
Qui vi troverete sbattuto in faccia il desiderio impellente, disperato, di morire per smettere di soffrire.
Qui vi troverete sbattuto in faccia il lutto cupo, devastante. Quello che impedisce di indossare i colori, non perché sia una convenzione sociale, ma perché il corpo li respinge, perchè il corpo può accettare solo il nero, il grigio e il bianco.

Qui vi troverete sbattuta in faccia tutta la mia rabbia per l'ingiustizia di questa morte. Per quello che non gli è stato concesso. Per quello che ci è stato tolto.

Non leggetemi se non siete disposti alla pietas, al cordoglio. Quelli veri.

Tutto questo che avete appena letto l'ho scritto nei primi anni del lutto, quando c'erano solo sofferenza, mancanza, rabbia. Adesso, attraverso un complesso e articolato percorso di elaborazione, di maturazione e di crescita personale, il manifesto è da aggiornare: Non leggete se credete che chi è morto è sparito o non esiste più , non leggete se pensate che chi amate vi abbia abbandonato, non leggete se non siete capaci di aprire la mente anche a ciò che non conoscete. Non leggete se non volete vivere pienamente la vostra nuova vita, quella dopo il lutto.
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domenica 3 marzo 2013

Secca

Angoscia.
Tanta angoscia.
La natura di nuovo si risveglia.
Io sono una pianta secca, non ho gemme. Ho radici raggrinzite. La linfa non circola più da un anno.
O forse giá da prima. Disseccata dalla lunga malattia di Pablo. 
Odio vedere che intorno a me tutto rinasce mentre sono morta.
Dio, perfido Dio, perchè non mi consenti di morire completamente?

sabato 2 marzo 2013

La morte, dove è la mia morte

Silenzio assordante
Vuoto sigillato
Mi appisolo continuamente e ovunque
Il sonno come immediato succedaneo della morte.
Sono stata tradita,ingannata.
"Perché parli di anni?" Mi dicesti.
Ma l'anno si è compiuto, e ancora non sei venuto per portarmi via con te.

venerdì 1 marzo 2013

Cenere

E' passato un anno.
Vorrei avere la forza di farla finita.
Andarmene.
Non avere più questa sofferenza insopportabile.
Cenere, soffice cenere.
Un alito e andarsene.
Ma non è soffice la cenere di un corpo cremato.
E' dura, è ruvida, è secca.
E' come pietra macinata.
Ferisce. Addolora. Strazia.
La cenere di Pablo non me la dimenticherò mai.