Non leggete questo blog

Non leggete quello che scrivo se non siete disposti ad accettare che il dolore esiste, che il dolore è qui e che rischia di sfiorarvi e forse di travolgervi.

Non leggetelo se non siete disposti a tacere.
Non ditemi mai "non DEVI fare così, non DEVI dire questo" .
Che ne sapete voi di quello che ho dentro? Che ne sapete voi di cosa vuol dire doversi alzare dal letto ogni mattina per affrontare il vuoto, il lutto, la mancanza irrimediabile?

Non leggetelo se siete convinti che la vita sia solo rose e fiori e non volete vedere il nero.

Non leggetelo se volete solo distrarvi.

Non leggete le mie parole se pensate di dirmi "la vita va avanti, devi vivere per te".

Qui vi troverete sbattuto in faccia il dolore soffocante, quello che impedisce di respirare.
Qui vi troverete sbattuto in faccia il desiderio impellente, disperato, di morire per smettere di soffrire.
Qui vi troverete sbattuto in faccia il lutto cupo, devastante. Quello che impedisce di indossare i colori, non perché sia una convenzione sociale, ma perché il corpo li respinge, perchè il corpo può accettare solo il nero, il grigio e il bianco.

Qui vi troverete sbattuta in faccia tutta la mia rabbia per l'ingiustizia di questa morte. Per quello che non gli è stato concesso. Per quello che ci è stato tolto.

Non leggetemi se non siete disposti alla pietas, al cordoglio. Quelli veri.

Tutto questo che avete appena letto l'ho scritto nei primi anni del lutto, quando c'erano solo sofferenza, mancanza, rabbia. Adesso, attraverso un complesso e articolato percorso di elaborazione, di maturazione e di crescita personale, il manifesto è da aggiornare: Non leggete se credete che chi è morto è sparito o non esiste più , non leggete se pensate che chi amate vi abbia abbandonato, non leggete se non siete capaci di aprire la mente anche a ciò che non conoscete. Non leggete se non volete vivere pienamente la vostra nuova vita, quella dopo il lutto.
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sabato 15 febbraio 2014

Morire, svanire

Quanto durerebbe il volo? 
Un angoscia tremenda mi stringe la gola.
Niente, non esiste più nulla.
Solo il dolore, solo l'assenza.
Sei morto, non c'ė più nulla qui per me.

sabato 1 febbraio 2014

Kaos

La mia casa è un caos. Il caos che ho dentro è tracimato fuori. dilagato ovunque, come l'acqua dell'Era che ha invaso case e strade.
Quell'acqua gialla che mille filmati su internet propongono e ripropongono.
Vedo coppie infangate che buttano fuori mobili, biciclette, cucine, poltrone intrise di acqua e di fango, e davanti agli occhi mi balza la tua immagine con gli stivaloni alla coscia, la giacca a vento aperta. Senza di te non avrei potuto fare nulla. Insieme facemmo tutto.
Svuotammo, pulimmo, asciugammo, rimontammo. In due. Tu eri la mia forza. Io ero la tua forza.
Insieme.
Ma ora mi hai lasciato sola qui ad affrontare tutto. Ora non ce la faccio più ad affrontare nulla.
Kaos.
Ogni tanto cerco di arginarlo, di limare qualcosa.
Ma tutte le volte rischio lo scoppio del cuore.
 - Scoppiasse davvero! -
dentro una busta venuta da chissà dove ritrovo memoria del tuo ultimo ricovero in ospedale.
Sto male. Vorrei vomitare da quanto sto male.