Primo maggio. Giorno di festa. Ponti, viaggi, ricordi.
Ormai solo ricordi. Niente più progetti. Niente aspettative.
Nienta.
Morendo ti sei portato via tutto.
A. è convinta, spera, di morire il 3 maggio. Anniversario della morte di suo marito.
A. non è mai stata capace di vivere per sé. Neppure sa cosa le piace, non se lo è mai chiesto, andava dietro a suo marito. In quello che mi racconta della sua vita vedo solo lavoro, il lavoro che piega la schiena, non quello che dà la gioia di creare qualcosa. Ma lei ne era lieta, in cambio chiedeva solo di essere amata. Aveva investito tutto sul marito e sul figlio. E in pochi mesi li ha persi entrambe. Morto il marito, uscito dal nido il figlio per crearsi la sua famiglia.
A. è persa, incapace di stare con solo se stessa.
Io non sono come lei. Io so stare con me, io so cosa mi dà piacere. Ma non ne ho più voglia. Mi lascia indifferente. Il lutto mi ha succhiato via me stessa. Si è spenta la luce che avevo dentro. Per la maggior parte del tempo sono invisibile, mi sento invisibile.
È solo lo sguardo innamorato dell'altro che ci rende vivi?