Non leggete questo blog

Non leggete quello che scrivo se non siete disposti ad accettare che il dolore esiste, che il dolore è qui e che rischia di sfiorarvi e forse di travolgervi.

Non leggetelo se non siete disposti a tacere.
Non ditemi mai "non DEVI fare così, non DEVI dire questo" .
Che ne sapete voi di quello che ho dentro? Che ne sapete voi di cosa vuol dire doversi alzare dal letto ogni mattina per affrontare il vuoto, il lutto, la mancanza irrimediabile?

Non leggetelo se siete convinti che la vita sia solo rose e fiori e non volete vedere il nero.

Non leggetelo se volete solo distrarvi.

Non leggete le mie parole se pensate di dirmi "la vita va avanti, devi vivere per te".

Qui vi troverete sbattuto in faccia il dolore soffocante, quello che impedisce di respirare.
Qui vi troverete sbattuto in faccia il desiderio impellente, disperato, di morire per smettere di soffrire.
Qui vi troverete sbattuto in faccia il lutto cupo, devastante. Quello che impedisce di indossare i colori, non perché sia una convenzione sociale, ma perché il corpo li respinge, perchè il corpo può accettare solo il nero, il grigio e il bianco.

Qui vi troverete sbattuta in faccia tutta la mia rabbia per l'ingiustizia di questa morte. Per quello che non gli è stato concesso. Per quello che ci è stato tolto.

Non leggetemi se non siete disposti alla pietas, al cordoglio. Quelli veri.

Tutto questo che avete appena letto l'ho scritto nei primi anni del lutto, quando c'erano solo sofferenza, mancanza, rabbia. Adesso, attraverso un complesso e articolato percorso di elaborazione, di maturazione e di crescita personale, il manifesto è da aggiornare: Non leggete se credete che chi è morto è sparito o non esiste più , non leggete se pensate che chi amate vi abbia abbandonato, non leggete se non siete capaci di aprire la mente anche a ciò che non conoscete. Non leggete se non volete vivere pienamente la vostra nuova vita, quella dopo il lutto.
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giovedì 23 luglio 2015

Gli aspetti del lutto

Uno degli aspetti più feroci del lutto, di quel lutto che ti toglie il 50% della tua vita, è che smettono di esistere le aspettative.
Non parlo delle grandi aspettative, come per esempio "da grande voglio fare il cardiochirurgo e salvare tante vite umane".
Parlo delle piccole aspettative del quotidiano, che alla fine sono quelle che consentono ad ognuno di noi di vivere giorno per giorno aspettando con gioia , o anche solo con curiosità, che arrivi il giorno di domani. O anche solo le prossime ore della giornata.
Le piccole aspettative su un film da andare a vedere, su una pietanza che si desidera mangiare, su un albero da piantare, su una finestra da ridipingere, su una telefonata da fare, una visita. 
Le piccole cose che fanno la nostra piccola vita di tutti i giorni
Per tantissimi anni della mia vita ho vissuto di progetti. 
Progetti condivisi. 
Come terminare un viaggio e pensare subito al successivo. 
Si creano aspettative, progetti che si condividono, itinerari che si costruiscono e si demoliscono di continuo, limando, aggiungendo, rivedendo. Uno scambio continuo di conoscenza cementato dalla complicità della coppia. Un confronto continuo sulle piccole e grandi cose della vita.
Il lutto ti strappa via questo confronto.
Il lutto strappa pezzi di quello che sei, che eri.
Ho dovuto trapiantare una Bouganville.
Era una pianta piena di vita, di energia, di voglia di crescere, anche se era costretta in un vaso.
Non credevo che le radici della Bouga fossero così delicate. Nonostante cercassi di preservare intatto il pane di terra si sono spezzate, strappate. La pianta è rimasta con poco di quello che era un rigoglioso apparato radicale.
L'ho messa in piena terra, esposta correttamente, con un bel graticcio a sostegno dei rami. Acqua , nutrimento.
Non è morta, è viva, ma è chiaramente sofferente. Non ha più voglia di crescere.
No.


domenica 5 luglio 2015

la fatica di vivere

Ho dovuto aprire faldoni di documenti, scatole di fotografie. 
Fiumi di ricordi hanno rotto gli argini.
Il lutto, il dolore del lutto è schizzato fuori da quelle scatole investendomi, travolgendomi.
Dolore dell'anima che straripa e diventa dolore del corpo.
Chi dice che il tempo guarisce mente.
Nulla sarà più come prima, nulla mai più sarà.