Non leggete questo blog

Non leggete quello che scrivo se non siete disposti ad accettare che il dolore esiste, che il dolore è qui e che rischia di sfiorarvi e forse di travolgervi.

Non leggetelo se non siete disposti a tacere.
Non ditemi mai "non DEVI fare così, non DEVI dire questo" .
Che ne sapete voi di quello che ho dentro? Che ne sapete voi di cosa vuol dire doversi alzare dal letto ogni mattina per affrontare il vuoto, il lutto, la mancanza irrimediabile?

Non leggetelo se siete convinti che la vita sia solo rose e fiori e non volete vedere il nero.

Non leggetelo se volete solo distrarvi.

Non leggete le mie parole se pensate di dirmi "la vita va avanti, devi vivere per te".

Qui vi troverete sbattuto in faccia il dolore soffocante, quello che impedisce di respirare.
Qui vi troverete sbattuto in faccia il desiderio impellente, disperato, di morire per smettere di soffrire.
Qui vi troverete sbattuto in faccia il lutto cupo, devastante. Quello che impedisce di indossare i colori, non perché sia una convenzione sociale, ma perché il corpo li respinge, perchè il corpo può accettare solo il nero, il grigio e il bianco.

Qui vi troverete sbattuta in faccia tutta la mia rabbia per l'ingiustizia di questa morte. Per quello che non gli è stato concesso. Per quello che ci è stato tolto.

Non leggetemi se non siete disposti alla pietas, al cordoglio. Quelli veri.

Tutto questo che avete appena letto l'ho scritto nei primi anni del lutto, quando c'erano solo sofferenza, mancanza, rabbia. Adesso, attraverso un complesso e articolato percorso di elaborazione, di maturazione e di crescita personale, il manifesto è da aggiornare: Non leggete se credete che chi è morto è sparito o non esiste più , non leggete se pensate che chi amate vi abbia abbandonato, non leggete se non siete capaci di aprire la mente anche a ciò che non conoscete. Non leggete se non volete vivere pienamente la vostra nuova vita, quella dopo il lutto.
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sabato 24 ottobre 2015

Un altro compleanno senza la torta

E' il quarto compleanno in cui non posso più comprare un regalo per te.
Quattro, ma sembra solo ieri l'ultima volta che ti ho abbracciato.
Quattro anni, ma il ricordo di te è ancora vivo in tantissimi di quelli che hanno incrociato la tua vita.
Mi vien spontaneo raccontarti le novità che li riguardano, ma i tuoi orecchi non possono più ascoltarmi.
Sicuramente saprai già tutto di tutti, senza bisogno dei miei racconti.
Sicuramente hai vegliato su molti se non su tutti, qualcuno ti ha sentito, qualcuno ti ha visto, qualcun'altro è stato abbracciato da te.
C'è una continuità nel tuo prenderti cura di quelli che ami, continuità che va oltre la morte. Continuità che in qualche incredibile modo mi consola, mi rassicura, mi riscalda.

sabato 17 ottobre 2015

sala di attesa

Essere qui, ma non esserci più completamente, compiutamente.
Essre consapevoli di quanto tutto questo agitarsi sia inutile, superfluo.
Essere consapevoli che i valori sono altrove.
Sapere che viene dal sentire.
Questo si diviene, talvolta.
Ma quanto doloroso è questo divenire, pagato a caro prezzo.