Non leggete questo blog

Non leggete quello che scrivo se non siete disposti ad accettare che il dolore esiste, che il dolore è qui e che rischia di sfiorarvi e forse di travolgervi.

Non leggetelo se non siete disposti a tacere.
Non ditemi mai "non DEVI fare così, non DEVI dire questo" .
Che ne sapete voi di quello che ho dentro? Che ne sapete voi di cosa vuol dire doversi alzare dal letto ogni mattina per affrontare il vuoto, il lutto, la mancanza irrimediabile?

Non leggetelo se siete convinti che la vita sia solo rose e fiori e non volete vedere il nero.

Non leggetelo se volete solo distrarvi.

Non leggete le mie parole se pensate di dirmi "la vita va avanti, devi vivere per te".

Qui vi troverete sbattuto in faccia il dolore soffocante, quello che impedisce di respirare.
Qui vi troverete sbattuto in faccia il desiderio impellente, disperato, di morire per smettere di soffrire.
Qui vi troverete sbattuto in faccia il lutto cupo, devastante. Quello che impedisce di indossare i colori, non perché sia una convenzione sociale, ma perché il corpo li respinge, perchè il corpo può accettare solo il nero, il grigio e il bianco.

Qui vi troverete sbattuta in faccia tutta la mia rabbia per l'ingiustizia di questa morte. Per quello che non gli è stato concesso. Per quello che ci è stato tolto.

Non leggetemi se non siete disposti alla pietas, al cordoglio. Quelli veri.

Tutto questo che avete appena letto l'ho scritto nei primi anni del lutto, quando c'erano solo sofferenza, mancanza, rabbia. Adesso, attraverso un complesso e articolato percorso di elaborazione, di maturazione e di crescita personale, il manifesto è da aggiornare: Non leggete se credete che chi è morto è sparito o non esiste più , non leggete se pensate che chi amate vi abbia abbandonato, non leggete se non siete capaci di aprire la mente anche a ciò che non conoscete. Non leggete se non volete vivere pienamente la vostra nuova vita, quella dopo il lutto.
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venerdì 29 aprile 2016

Cosa cerca chi arriva a un gruppo di auto mutuo aiuto?


E' arrivata L., rigida, carica di rancore, di astio.
In lei il dolore del lutto, il senso di mancanza,  si mescolano con altri sentimenti fortemente negativi che hanno radici ben più profonde di quelli generati dal recente lutto.
Mi chiedo cosa stia realmente cercando L.
Il gruppo di automutuoaiuto non può sconfinare oltre il malessere , la disperazione generate dal lutto.
Non può perché se il problema del singolo esula dal lutto non troverà nel gruppo l'altro in cui specchiarsi e quindi riconoscere il proprio sentire.
Se L. tornerà allora  dovrà capire che qui può condividere solo il disagio, il dolore, la mancanza generati dalla morte della sua mamma.
In un post precedente pensavo al lutto come occasione di cambiamento, di ripartenze da un anima ferita, quasi uccisa, ma sicuramente più consapevole di sè, in grado di liberarsi di ciò che è un orpello. L. in questo momento non ha questa consapevolezza, bisogna vedere se vuole arrivarci o se si vuole fermare dove è.
Non siamo tutti uguali.

venerdì 22 aprile 2016

Sparita?

Sparita?
No.
Sono ancora qui. Come ci sono ancora le pietre nella tasca. Ma la mano si è un po' abituata alla loro superficie tagliente. Il corpo si inclina sotto il loro peso per bilanciare il passo.
Ho tanti segnali che mi dicono che è giunto il momento del cambiamento, dopo quattro anni. Qualcosa accadrà. 
Ha ragione F. quando mi scrive "Viene da pensare che il vero sè si rigenera ritorna alle origini o meglio cerca di farlo passando attraverso esperienze dolorose che  mettono in discussione in modo profondo la vita.  QUESTA rinascita non poteva venire quando avevamo ancora la ns.metà?   "
Esperienze, profonde, coinvolgenti, totali, strazianti come il lutto ci scuoiano vivi, tolgono i filtri, tolgono gli orpelli, e o si muore o si rinasce, diversi. Le sensibilità si acuiscono, il bisogno di cercare si fa strada attraverso i sedimenti del quotidiano.
Ma non è facile, non è per nulla immediato, e spesso è doloroso. Ci fa sentire ancora più soli.
Dove ci porterà questo cammino?