Non leggete questo blog

Non leggete quello che scrivo se non siete disposti ad accettare che il dolore esiste, che il dolore è qui e che rischia di sfiorarvi e forse di travolgervi.

Non leggetelo se non siete disposti a tacere.
Non ditemi mai "non DEVI fare così, non DEVI dire questo" .
Che ne sapete voi di quello che ho dentro? Che ne sapete voi di cosa vuol dire doversi alzare dal letto ogni mattina per affrontare il vuoto, il lutto, la mancanza irrimediabile?

Non leggetelo se siete convinti che la vita sia solo rose e fiori e non volete vedere il nero.

Non leggetelo se volete solo distrarvi.

Non leggete le mie parole se pensate di dirmi "la vita va avanti, devi vivere per te".

Qui vi troverete sbattuto in faccia il dolore soffocante, quello che impedisce di respirare.
Qui vi troverete sbattuto in faccia il desiderio impellente, disperato, di morire per smettere di soffrire.
Qui vi troverete sbattuto in faccia il lutto cupo, devastante. Quello che impedisce di indossare i colori, non perché sia una convenzione sociale, ma perché il corpo li respinge, perchè il corpo può accettare solo il nero, il grigio e il bianco.

Qui vi troverete sbattuta in faccia tutta la mia rabbia per l'ingiustizia di questa morte. Per quello che non gli è stato concesso. Per quello che ci è stato tolto.

Non leggetemi se non siete disposti alla pietas, al cordoglio. Quelli veri.

Tutto questo che avete appena letto l'ho scritto nei primi anni del lutto, quando c'erano solo sofferenza, mancanza, rabbia. Adesso, attraverso un complesso e articolato percorso di elaborazione, di maturazione e di crescita personale, il manifesto è da aggiornare: Non leggete se credete che chi è morto è sparito o non esiste più , non leggete se pensate che chi amate vi abbia abbandonato, non leggete se non siete capaci di aprire la mente anche a ciò che non conoscete. Non leggete se non volete vivere pienamente la vostra nuova vita, quella dopo il lutto.
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giovedì 29 giugno 2017

Il lutto dopo 64 mesi

28 giugno 2017: esattamente 5 anni e 4 mesi dall'esplosione di buio. Dalla devastazione della morte precoce.
Si va avanti nella vita, ma il lutto, la mancanza, il vuoto non spariscono mai del tutto. Infatti questo blog è ancora qui.
Evolvono: il dolore non strappa più in continuazione il cuore e l'anima, lo fa ogni tanto, innescato all'improvviso da una parola, un'immagine o anche solo un piccolo ricordo che non potrà mai più essere
Ci sono momenti, come questo, in cui l'assenza pesa enormemente. In cui la solitudine nella quale è necessario fare tutto è come un'incudine che ci si trascina dietro, che affatica ogni passo.
Sento le voci di una coppia non più giovane nel giardino accanto, la loro conversazione è un contrappunto di cura reciproca, di affetto, di attenzioni, di complicità nelle piccole cose quotidiane.
Il mio giardino non ha più quelle voci, è diventato muto.
Non è un problema di solitudine, nella mia vita, in alcuni momenti, la solitudine è stata una scelta consapevole, appagante.
Il dolore, la rabbia, la tristezza sono per la mancanza di quegli occhi, di quei capelli, di quelle braccia, di quell'odore, di quella mente. Per la mancanza della nostra complicità, dei nostri scontri, del nostro viaggiare, del nostro vivere la vita. Che non riavrò mai più.