Non leggete questo blog

Non leggete quello che scrivo se non siete disposti ad accettare che il dolore esiste, che il dolore è qui e che rischia di sfiorarvi e forse di travolgervi.

Non leggetelo se non siete disposti a tacere.
Non ditemi mai "non DEVI fare così, non DEVI dire questo" .
Che ne sapete voi di quello che ho dentro? Che ne sapete voi di cosa vuol dire doversi alzare dal letto ogni mattina per affrontare il vuoto, il lutto, la mancanza irrimediabile?

Non leggetelo se siete convinti che la vita sia solo rose e fiori e non volete vedere il nero.

Non leggetelo se volete solo distrarvi.

Non leggete le mie parole se pensate di dirmi "la vita va avanti, devi vivere per te".

Qui vi troverete sbattuto in faccia il dolore soffocante, quello che impedisce di respirare.
Qui vi troverete sbattuto in faccia il desiderio impellente, disperato, di morire per smettere di soffrire.
Qui vi troverete sbattuto in faccia il lutto cupo, devastante. Quello che impedisce di indossare i colori, non perché sia una convenzione sociale, ma perché il corpo li respinge, perchè il corpo può accettare solo il nero, il grigio e il bianco.

Qui vi troverete sbattuta in faccia tutta la mia rabbia per l'ingiustizia di questa morte. Per quello che non gli è stato concesso. Per quello che ci è stato tolto.

Non leggetemi se non siete disposti alla pietas, al cordoglio. Quelli veri.

Tutto questo che avete appena letto l'ho scritto nei primi anni del lutto, quando c'erano solo sofferenza, mancanza, rabbia. Adesso, attraverso un complesso e articolato percorso di elaborazione, di maturazione e di crescita personale, il manifesto è da aggiornare: Non leggete se credete che chi è morto è sparito o non esiste più , non leggete se pensate che chi amate vi abbia abbandonato, non leggete se non siete capaci di aprire la mente anche a ciò che non conoscete. Non leggete se non volete vivere pienamente la vostra nuova vita, quella dopo il lutto.
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lunedì 11 gennaio 2016

L'amore adesso

Il film, carino, di natale ce la fa sempre a colpire alla bocca dello stomaco.
Pensi che ce l'hai fatta, che il periodo peggiore dell'anno  è passato.
Il peggiore perché è quello in cui il calore della famiglia è ricordato, celebrato, richiamato in ogni piega e in ogni angolo. Perché tutto ti ricorda che la vita ti ha beffato, insultato, violentato, portando via il tuo compagno a soli 48 anni.
Pensi di avercela fatta a scivolare, a schivare le pugnalate dei ricordi, le stilettate della tua casa gelida, del silenzio assordante mentre dalle altre case arrivano risate felici.
Pensi di avercela fatta quando invece sullo schermo compaiono gli ultimi 10 minuti di Love actually.
E non ce la fai a clickare su off, lo devi rivedere. Devi rivederlo fino a quel maledetto bellissimo mosaico di immagini, dove ti fanno vedere che tutti (solo tu escluso) a Natale hanno accanto la persona che amano e dalla quale sono riamati.
Tutti.
Io esclusa.
Abbracciami amore mio, torna indietro almeno per un attimo e abbracciami.

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