Non leggete questo blog

Non leggete quello che scrivo se non siete disposti ad accettare che il dolore esiste, che il dolore è qui e che rischia di sfiorarvi e forse di travolgervi.

Non leggetelo se non siete disposti a tacere.
Non ditemi mai "non DEVI fare così, non DEVI dire questo" .
Che ne sapete voi di quello che ho dentro? Che ne sapete voi di cosa vuol dire doversi alzare dal letto ogni mattina per affrontare il vuoto, il lutto, la mancanza irrimediabile?

Non leggetelo se siete convinti che la vita sia solo rose e fiori e non volete vedere il nero.

Non leggetelo se volete solo distrarvi.

Non leggete le mie parole se pensate di dirmi "la vita va avanti, devi vivere per te".

Qui vi troverete sbattuto in faccia il dolore soffocante, quello che impedisce di respirare.
Qui vi troverete sbattuto in faccia il desiderio impellente, disperato, di morire per smettere di soffrire.
Qui vi troverete sbattuto in faccia il lutto cupo, devastante. Quello che impedisce di indossare i colori, non perché sia una convenzione sociale, ma perché il corpo li respinge, perchè il corpo può accettare solo il nero, il grigio e il bianco.

Qui vi troverete sbattuta in faccia tutta la mia rabbia per l'ingiustizia di questa morte. Per quello che non gli è stato concesso. Per quello che ci è stato tolto.

Non leggetemi se non siete disposti alla pietas, al cordoglio. Quelli veri.

Tutto questo che avete appena letto l'ho scritto nei primi anni del lutto, quando c'erano solo sofferenza, mancanza, rabbia. Adesso, attraverso un complesso e articolato percorso di elaborazione, di maturazione e di crescita personale, il manifesto è da aggiornare: Non leggete se credete che chi è morto è sparito o non esiste più , non leggete se pensate che chi amate vi abbia abbandonato, non leggete se non siete capaci di aprire la mente anche a ciò che non conoscete. Non leggete se non volete vivere pienamente la vostra nuova vita, quella dopo il lutto.
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lunedì 14 ottobre 2019

VOI CREDETE DI ESSERE ETERNI


Non siamo soli, ce lo ricordano continuamente.
Non siamo soli, ci stanno vicini, e quando trovano un'antenna capace di ricevere i loro messaggi ce lo dicono con parole chiare e amorevoli

canalizzazione del 16 NOVEMBRE 2018 - VOI CREDETE DI ESSERE ETERNI
 
Voi credete di essere eterni e infatti vi comportate come esseri eterni. Ma sbagliate quando pensate che l'eternità sia legata al vostro corpo. Alla vostra carne, ai vostri muscoli, al vostro cervello. In altre parole al vostro attuale contenitore.
Contenitore, per voi che credete erroneamente di albergare in quella flaccida o solida struttura molecolare che ha una pompa che chiamate cuore.
Tu lo sai, ma a volte fingi di dimenticarlo, a volte te ne ricordi con stupore e con sgomento. Non sei quello che lo specchio ti rimanda come tua immagine. Sei molto di più, sei ben altro.
Perché vi ostinate così tanto a rimanere ancorati, ingabbiati in quel contenitore?
Perché avete paura!
Avete paura di ciò che adesso non ricordate,  non vedete con chiarezza come quando eravate pura energia.
L'energia non ha bisogno di vaccini, l'energia non ha il Parkinson  l'energia ha bisogno di un diverso tipo di manutenzione.
Manutenzione che si chiama amore. Progredire nell'amore.
L'amore è anche comunicazione. Scambio. Interconnessione.
L'amore è dilatarsi senza falsi, immaginari, confini.
Il nostro concetto di Amore è molto più ampio di quello che avete voi.
Ti ricordi l'esempio in quel libro: "l'amore marmellata"? Allora ti fu chiaro. [ndr: si riferisce ai libri del francese M. Quoist indirizzati agli adolescenti dove è fatto questo esempio: "J'aime la marmelade" e "je t'aime" utilizzano lo stesso verbo, ma il primo è funzionale solo a se stessi, mentre l'altro prevede anche il donare se stessi]
Voi, adesso, è come se aveste un concetto limitato di amore, come appunto avevano quelli che si fermavano a "l'amore marmellata".
L'energia propulsa da quello che noi qui chiamiamo Amore è la forma di energia più potente, più sviluppata dell'universo.
Potreste immaginarlo come il propulsore eccellente, dove non c'è spreco di energia. Dove tutto viene trasformato in energia.
Vi affannate con gli atomi, i quanti, i neuroni, vi affannate quando appena state balbettando le prime parole.
Proviamo così tanta tenerezza osservandovi, proviamo così tanto amore per voi che avete scelto di fare questa esperienza in una materia densa e pesante. Siete esploratori di voi stessi. Vi state arricchendo e tornerete arricchiti, pronti alle vostre nuove esperienze.
Voi siete gli esploratori, siete quelli che hanno scelto di avere il cuore in due luoghi: qui con noi a casa e lì nel mondo della materia.
Quanto vi amiamo per la vostra scelta! Siamo come una equipe, noi qui a sostenervi, voi lì a camminare, a fare quei passi a volte così faticosi.
Vorremmo darvi indicazioni per alleggerire quei passi.
Lasciate andare. Siate meno attaccati a quella materia in cui siete immersi.
A volte la percepite come l'unica vostra ancora di salvezza, e non vedete che invece di un’ancora saldamente agganciata è solo un macigno che vi trascina con il suo peso. Un macigno che vi appesantisce, che non vi può rendere liberi. Mai.
La libertà, la vostra libertà è nel lasciar andare. O meglio nel saper lasciar andare.
Imparate a farvi delle domande aperte. Non fermatevi al SI e al NO. Esplorate le altre possibilità. Quelle che non vedete immediatamente.
Esplorate. Per lasciare andare consapevolmente. Per scegliere di lasciare andare è necessario ascoltare, vedere con nuovi occhi. Uscire dalla corazza che è diventata troppo stretta per indossarne una nuova. Appena confezionata con le nuove misure.
Osserva quell’insetto che con dolore, ma anche con sollievo, si libera dal vecchio esoscheletro per generarne uno nuovo.
Così dovete fare voi, figli cari, dovete avere il coraggio di abbandonare il conosciuto per costruire nuove conoscenze. Per procedere.
Non pensate solo alle piccole cose, non pensate solo alle grandi cose.
Reimparate l'ascolto e l'osservazione, imparate ad esaminare e ad elaborare ciò che state fagocitando.
Sputate, vomitate quello che vi appesantisce. siate leggeri e potrete imparare ad essere liberi. Siate leggeri nel bagaglio.
Il bagaglio contenga ciò che è veramente importante. Ciò che è importante non appesantisce, anzi alleggerisce perché consente di valutare meglio ciò che deve essere lasciato sul ciglio della strada.
Non distruggete ciò che a voi non è più utile, servirà, sarà utile ad altri che passeranno da quello stesso ciglio di strada. Abbiate il rispetto, non deridete chi diversamente da voi non sa indossare la camicia che avete appena lasciato.
Vi manca comprensione, vi manca empatia, vi manca compassione.
Vi mancano? Esaminatevi serenamente. Non vi stiamo condannando per ciò che vi manca, vi stiamo invitando a comprendere, a saper guardare.

[da "la Medianità a supporto del lutto" dicembre 2018 - tutti i diritti riservati]

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