Non leggete questo blog

Non leggete quello che scrivo se non siete disposti ad accettare che il dolore esiste, che il dolore è qui e che rischia di sfiorarvi e forse di travolgervi.

Non leggetelo se non siete disposti a tacere.
Non ditemi mai "non DEVI fare così, non DEVI dire questo" .
Che ne sapete voi di quello che ho dentro? Che ne sapete voi di cosa vuol dire doversi alzare dal letto ogni mattina per affrontare il vuoto, il lutto, la mancanza irrimediabile?

Non leggetelo se siete convinti che la vita sia solo rose e fiori e non volete vedere il nero.

Non leggetelo se volete solo distrarvi.

Non leggete le mie parole se pensate di dirmi "la vita va avanti, devi vivere per te".

Qui vi troverete sbattuto in faccia il dolore soffocante, quello che impedisce di respirare.
Qui vi troverete sbattuto in faccia il desiderio impellente, disperato, di morire per smettere di soffrire.
Qui vi troverete sbattuto in faccia il lutto cupo, devastante. Quello che impedisce di indossare i colori, non perché sia una convenzione sociale, ma perché il corpo li respinge, perchè il corpo può accettare solo il nero, il grigio e il bianco.

Qui vi troverete sbattuta in faccia tutta la mia rabbia per l'ingiustizia di questa morte. Per quello che non gli è stato concesso. Per quello che ci è stato tolto.

Non leggetemi se non siete disposti alla pietas, al cordoglio. Quelli veri.

Tutto questo che avete appena letto l'ho scritto nei primi anni del lutto, quando c'erano solo sofferenza, mancanza, rabbia. Adesso, attraverso un complesso e articolato percorso di elaborazione, di maturazione e di crescita personale, il manifesto è da aggiornare: Non leggete se credete che chi è morto è sparito o non esiste più , non leggete se pensate che chi amate vi abbia abbandonato, non leggete se non siete capaci di aprire la mente anche a ciò che non conoscete. Non leggete se non volete vivere pienamente la vostra nuova vita, quella dopo il lutto.
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venerdì 7 giugno 2013

Lutto, istruzioni per l'uso 7: maschera

Alla fine si indossa una maschera. Non inorridite voi che non siete devastati da un lutto, la maschera la  indossiamo per farvi un favore, per proteggervi dal nostro dolore.
Dentro siamo morti, anche se con voi ridiamo, scherziamo. 
Dentro non abbiamo più nulla se non il ricordo struggente, il rimpianto per quello che non potremo più avere, una triste invidia verso chi ha ancora accanto il compagno. Dentro abbiamo il dolore, il desiderio di scomparire, morire per mettere fine a tutta questa sofferenza  continua. 
Se noi siamo bravi, o se voi non volete vedere la sofferenza, penserete "hai visto come si è ripresa!"

La maschera la indossiamo talvolta anche per proteggere noi stessi, per proteggerci dalla compassione pelosa dei soliti curiosi e pettegoli. Per proteggerci sul lavoro, perché del lavoro abbiamo un bisogno disperato, sia economico, sia psicologico, e sul lavoro la comprensione per noi dura meno di un mese, dopo, senza la maschera, diventiamo fastidiosi, ci possono persino credere inaffidabili, ma questo è un capitolo a parte.

Indossiamo la maschera, ma abbiamo un disperato bisogno che qualcuno riesca a vederci oltre la maschera, che qualcuno ci chieda "come stai" essendo disposto ad ascoltare la vera risposta a questa domanda.

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