Non leggete questo blog

Non leggete quello che scrivo se non siete disposti ad accettare che il dolore esiste, che il dolore è qui e che rischia di sfiorarvi e forse di travolgervi.

Non leggetelo se non siete disposti a tacere.
Non ditemi mai "non DEVI fare così, non DEVI dire questo" .
Che ne sapete voi di quello che ho dentro? Che ne sapete voi di cosa vuol dire doversi alzare dal letto ogni mattina per affrontare il vuoto, il lutto, la mancanza irrimediabile?

Non leggetelo se siete convinti che la vita sia solo rose e fiori e non volete vedere il nero.

Non leggetelo se volete solo distrarvi.

Non leggete le mie parole se pensate di dirmi "la vita va avanti, devi vivere per te".

Qui vi troverete sbattuto in faccia il dolore soffocante, quello che impedisce di respirare.
Qui vi troverete sbattuto in faccia il desiderio impellente, disperato, di morire per smettere di soffrire.
Qui vi troverete sbattuto in faccia il lutto cupo, devastante. Quello che impedisce di indossare i colori, non perché sia una convenzione sociale, ma perché il corpo li respinge, perchè il corpo può accettare solo il nero, il grigio e il bianco.

Qui vi troverete sbattuta in faccia tutta la mia rabbia per l'ingiustizia di questa morte. Per quello che non gli è stato concesso. Per quello che ci è stato tolto.

Non leggetemi se non siete disposti alla pietas, al cordoglio. Quelli veri.

Tutto questo che avete appena letto l'ho scritto nei primi anni del lutto, quando c'erano solo sofferenza, mancanza, rabbia. Adesso, attraverso un complesso e articolato percorso di elaborazione, di maturazione e di crescita personale, il manifesto è da aggiornare: Non leggete se credete che chi è morto è sparito o non esiste più , non leggete se pensate che chi amate vi abbia abbandonato, non leggete se non siete capaci di aprire la mente anche a ciò che non conoscete. Non leggete se non volete vivere pienamente la vostra nuova vita, quella dopo il lutto.
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martedì 4 giugno 2013

lutto istruzioni per l'uso 4: le decisioni

Se siete sotto gli effetti devastanti del lutto non prendete decisioni importanti. Non fatelo, per il semplice motivo che non siete abbastanza lucidi per valutare bene la situazione.
E' così per tutti. L'ho visto con i miei occhi.
L'impulso che guida molti di noi può essere quello dell'autodistruzione ( non ce la faccio più, voglio morire), o anche quello della fuga (scappare da tutto quel dolore insopportabile).
O quello del rinchiudersi, dell'isolarsi.
Non si ha la forza fisica per affrontare ancora altri cambiamenti, il lutto è già lui un cambiamento, un cambiamento devastante.
Non si ha la forza psichica per gestire ulteriori cambiamenti, non per gestirli lucidamente: solo per gestirli.
Non mettete altra carne al fuoco. Fatelo per voi.
Non decidete di cambiare  il lavoro: il nuovo ambiente non vi farà sconti, tutti pretenderanno da voi il 110% solo perché siete nuovi e dovete dimostrare quanto valete.
Non cambiate casa: è una fuga che porta solo rimpianti.
Non troncate relazioni importanti: gli affetti sono essenziali, non privatevene per malintesi, per l'incapacità dell'altro di capire la portata del vostro dolore, del vostro disagio.
Non vendete immediatamente la macchina: datevi il tempo di capire bene i costi reali e le varie possibilità. Non pensate di essere incapaci di guidare la macchina di vostro marito, adesso siete sole, non potete più appoggiarvi a lui, dovete imparare a risolvere da sole i problemi che prima gestiva lui. E l'utilitaria che siete abituate a guidare non può far fronte a tutte le esigenze della famiglia.
Avete il cervello rallentato, congelato, oppure è in ebollizione e va a mille saltando innumerevoli passaggi.
Non siete voi: aspettate a prendere decisioni importanti.

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