Non leggete questo blog

Non leggete quello che scrivo se non siete disposti ad accettare che il dolore esiste, che il dolore è qui e che rischia di sfiorarvi e forse di travolgervi.

Non leggetelo se non siete disposti a tacere.
Non ditemi mai "non DEVI fare così, non DEVI dire questo" .
Che ne sapete voi di quello che ho dentro? Che ne sapete voi di cosa vuol dire doversi alzare dal letto ogni mattina per affrontare il vuoto, il lutto, la mancanza irrimediabile?

Non leggetelo se siete convinti che la vita sia solo rose e fiori e non volete vedere il nero.

Non leggetelo se volete solo distrarvi.

Non leggete le mie parole se pensate di dirmi "la vita va avanti, devi vivere per te".

Qui vi troverete sbattuto in faccia il dolore soffocante, quello che impedisce di respirare.
Qui vi troverete sbattuto in faccia il desiderio impellente, disperato, di morire per smettere di soffrire.
Qui vi troverete sbattuto in faccia il lutto cupo, devastante. Quello che impedisce di indossare i colori, non perché sia una convenzione sociale, ma perché il corpo li respinge, perchè il corpo può accettare solo il nero, il grigio e il bianco.

Qui vi troverete sbattuta in faccia tutta la mia rabbia per l'ingiustizia di questa morte. Per quello che non gli è stato concesso. Per quello che ci è stato tolto.

Non leggetemi se non siete disposti alla pietas, al cordoglio. Quelli veri.

Tutto questo che avete appena letto l'ho scritto nei primi anni del lutto, quando c'erano solo sofferenza, mancanza, rabbia. Adesso, attraverso un complesso e articolato percorso di elaborazione, di maturazione e di crescita personale, il manifesto è da aggiornare: Non leggete se credete che chi è morto è sparito o non esiste più , non leggete se pensate che chi amate vi abbia abbandonato, non leggete se non siete capaci di aprire la mente anche a ciò che non conoscete. Non leggete se non volete vivere pienamente la vostra nuova vita, quella dopo il lutto.
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martedì 12 agosto 2014

la morte è un'isola di luce?

La tua morte è come un’isola di luce.
Nessuna barca per raggiungerti.
Bisognerebbe saper camminare sulla luce.
Si deve imparare, si impara…
                                Christian Bobin

Non avevo mai sentito parlare di questo scrittore contemporaneo, francese. E probabilmente se avessi cercato prima notizie su di lui non lo avrei neppure preso in considerazione. Invece mi sono imbattuta in queste sue parole e le ho sentite mie.
La necessità di imparare .
La morte mi ha sfiorata, mi travolta, mi ha distrutto la vita. Ha distrutto tutte le mie piccolissime, minuscole felicità. Mi ha stappato anche gli ultimi brandelli di quella morbida copertina calda in cui ero per un attimo stata avvolta, completamente avvolta, felice. Per un attimo.
E allora qualcosa la morte mi deve dare in cambio. Adesso. Non la promessa di quello che sarà quando potrò finalmente morire anche io.
Adesso.
Devo imparare a camminare sulla luce, devo trovare chi mi insegni a camminare sulla luce.

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