Non leggete questo blog

Non leggete quello che scrivo se non siete disposti ad accettare che il dolore esiste, che il dolore è qui e che rischia di sfiorarvi e forse di travolgervi.

Non leggetelo se non siete disposti a tacere.
Non ditemi mai "non DEVI fare così, non DEVI dire questo" .
Che ne sapete voi di quello che ho dentro? Che ne sapete voi di cosa vuol dire doversi alzare dal letto ogni mattina per affrontare il vuoto, il lutto, la mancanza irrimediabile?

Non leggetelo se siete convinti che la vita sia solo rose e fiori e non volete vedere il nero.

Non leggetelo se volete solo distrarvi.

Non leggete le mie parole se pensate di dirmi "la vita va avanti, devi vivere per te".

Qui vi troverete sbattuto in faccia il dolore soffocante, quello che impedisce di respirare.
Qui vi troverete sbattuto in faccia il desiderio impellente, disperato, di morire per smettere di soffrire.
Qui vi troverete sbattuto in faccia il lutto cupo, devastante. Quello che impedisce di indossare i colori, non perché sia una convenzione sociale, ma perché il corpo li respinge, perchè il corpo può accettare solo il nero, il grigio e il bianco.

Qui vi troverete sbattuta in faccia tutta la mia rabbia per l'ingiustizia di questa morte. Per quello che non gli è stato concesso. Per quello che ci è stato tolto.

Non leggetemi se non siete disposti alla pietas, al cordoglio. Quelli veri.

Tutto questo che avete appena letto l'ho scritto nei primi anni del lutto, quando c'erano solo sofferenza, mancanza, rabbia. Adesso, attraverso un complesso e articolato percorso di elaborazione, di maturazione e di crescita personale, il manifesto è da aggiornare: Non leggete se credete che chi è morto è sparito o non esiste più , non leggete se pensate che chi amate vi abbia abbandonato, non leggete se non siete capaci di aprire la mente anche a ciò che non conoscete. Non leggete se non volete vivere pienamente la vostra nuova vita, quella dopo il lutto.
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giovedì 29 marzo 2018

i sogni e il sognare. Come fare a sognare

Ho sentito tante persone colpite da un lutto che lascia senza fiato dolersi perché non  sognano il proprio caro.
Ho sentito un vero e proprio rammarico in queste persone. In alcuni casi anche una sorta di ferita, di offesa: "perché non viene in sogno da me? va da tutti, ma non da me. Gli altri la sognano e io no"
Non viene da me".
Tutti sogniamo, ma non tutti ci ricordiamo i sogni che ogni notte facciamo.
E' facile che quando veniamo svegliati all'improvviso ci si ricordi di ciò che stavamo sognando, ma se non lo raccontiamo subito, se non lo scriviamo subito poi ce ne scordiamo. Quindi tenetevi un taccuino dei sogni e una matita sul comodino.
E non sempre un sogno è necessariamente un contatto con il mondo dell'oltre.
Spesso il sogno è solo un contatto con la parte più profonda di noi stessi.
Ma quando è che si sogna?
Per poter sognare è necessario essere nella fase REM del sonno, ossia in quella fase in cui il nostro cervello è a livello di onde theta (tra i 4 e gli 8 Hz).
La fase REM è quindi la fase onirica, di solito siamo della fase REM circa 120-90 minuti prima del risveglio naturale. Se dormite poche ore per notte, se la sveglia suona quando siete ancora in uno stato si sonno profondo (quello che i vecchi chiamavano il "primo sonno") forse non vi date modo di arrivare alla fase REM, la sveglia suona prima che ci possiate arrivare.
Se siete angosciati, pieni di dolore, se il dolore, l'ansia, la rabbia soffocano qualsiasi altro vostro sentire difficilmente il sogno sarà la porte verso l'oltre, difficilmente darete la possibilità, a chi non è più nel suo corpo, di entrare in contatto con voi oniricamente.
Se volete sognare, ricordando i sogni, è necessario dare al proprio corpo tutte le ore necessarie per il riposo. Ci sono persone che hanno bisogno di sole 7 ore per notte, e ce ne sono altre che ne hanno bisogno di 10-11. Rispettatevi, amatevi e concedetevi tutto il tempo che vi serve.
Una volta che avete capito quante ore di sonno vi servono, provate a puntare la sveglia 90 minuti prima del risveglio naturale, cercate quindi di rimanere svegli nella quiete per 30-40 minuti, quindi riprendete il sonno. Con questa tecnica si può facilitare il ricordare il sogno.
E voi ricordate quello che sognate? E voi avete questo bisogno di sognare chi è passato di là?


mercoledì 7 marzo 2018

Cos'è che nel lutto brucia di più?

Cos'è che nel lutto brucia di più?
Cos'è che ci fa più male di tutto?
Il fatto che lui non sia più accanto a noi.
Il non poter più interagire, condividere.
Il non potersi toccare, abbracciare.
In una parola sola il non potersi più relazionare con chi non c'è più.
E poi quella enorme sensazione di mancanza. Il sentirsi abbandonati.
A volte siamo talmente disperati che ci arrabbiamo con lui perché se ne è andato. Perché ci ha lasciato soli qui.
Come le ho conosciute bene tutte queste sensazioni!
Quanto si soffre. Si vorrebbe morire pur di potersi ricongiungere in qualche maniera con chi non c'è più.

E se fosse possibile continuare la relazione seppur con modalità profondamente diverse?
E se all'improvviso scopriste che chi è morto, chi è andato dall'altra parte, sta cercando cocciutamente di farsi sentire da voi? Di comunicare con voi?
Aprite la mente, ma soprattutto aprite il cuore.
Fidatevi di voi, parlatene poco con parenti, amici e conoscenti perché vi guarderebbero con sufficienza, rifiutandosi di aprirsi a quello che non conoscono.
Osservate, ascoltate, annusate.
Fatelo con fiducia, ma anche con la essenziale attitudine del ricercatore.
Filtrate, scartate quando è evidente che si tratta solo della vostra fantasia, del vostro desiderio di "sentire".
Studiate, leggete, documentatevi.
E, non mi stancherò mai di ripeterlo, FILTRATE e scartate.
Se sentite una strana brezza in casa, per prima cosa controllate che porte e finestre siano ben chiuse, che ventilatori e condizionatori siano spenti. Se non c'è niente che potrebbe smuovere l'aria allora chiedetevi di cosa si tratta. Specialmente se l'evento si ripete.
Se sentite odori che appaiono e scompaiono all'improvviso, in maniera netta e non lasciano scie. Se tutto è chiuso e aprendo le finestre avete la conferma che l'odore non viene da fuori. Allora chiedetevi di cosa si tratta. Specialmente se l'evento si ripete e se quell'odore è associato a un particolare ricordo.
Se la radio e la televisione si accendono da sole, se le luci si accendono e si spengono da sole  e non ci sono problemi tecnici, allora chiedetevi di cosa si tratta.
Se sentite toccarvi i capelli e nella stanza non c'è nessuno, non c'è vento, non ci sono insetti, allora sappiate che è una carezza.
Che sono tutti modi per dirvi che non vi ha lasciato, che c'è, che continua a camminarvi accanto.
Allenatevi. Imparate ad ascoltare e osservare. Sempre che abbiate voglia di farlo.
Per molti in realtà è molto più facile e comodo collocare chi è morto in un mondo remoto, distante, molto distante, e soprattutto ben separato dal nostro. Perché quello che non si conosce spaventa i pigri, spaventa chi ha bisogno di collocare tutto nelle caselle del suo casellario mentale. Spaventa.
Ma è così bello scoprire che siamo molto di più di quello che ci hanno sempre insegnato a pensare di essere.
Imparate a viaggiare con la mente, col cuore e con l'anima.
Avete voglia di farlo, di farlo davvero?