
Occhi celesti limpidi, ridenti mi guardano da quelle foto. Vispi, intelligenti, allegri quelli del padre, azzurri come il mare che aveva navigato. Dolci, affettuosi, con dentro la fatica della malattia quelli della madre, con ancora un sprazzo della vivacità delle sue foto di ragazza.
I suoi occhi furono la prima cosa che mi colpirono di Pablo, un cielo azzurro come sa esserlo solo quello di un giorno di febbraio che ha dentro la promessa della primavera.
Occhi che guizzavano di allegria. Occhi intelligenti, curiosi. Mi incantarono, mi incuriosirono, mi legarono a lui.
Dio, quanto vorri poterli guardare ancora quegli occhi.
Quanto mi mancano i suoi occhi ridenti.
Lo sguardo sornione che dietro ha un cervello che lavora senza sosta. Di chi osserva acutamente dando l'idea di guardare appena.
Quanto mi mancano quegli occhi azzurri capaci di infinita tenerezza nei miei confronti.
Nessun commento:
Posta un commento
i commenti sono moderati.
I commenti verranno letti solo da me, se necessario vi risponderò per email, per cui, se volete entrare in contatto con me è indispensabile inserire il vostro indirizzo email. Difficilmente vi risponderò su questo blog.
Qualche commento potrei anche decidere di pubblicarlo, se volete che rimanga privato segnalatemelo.
Evitate di scrivermi stupidaggini, non sono in vena di accoglierle.