Buona domenica un cavolo!
Parole vuote, augurio senza senso.
Mi hanno detto buona domenica, avrei voluto rispondere " che cavolo di domenica pensi che io possa avere con vuoto della sua assenza che mi rimbomba nella testa?"
Ma non l'ho detto
Non lo dico per non spaventarli
loro cercano solo di essere educati, gentili.
Forse neppure se lo immaginano.
Ma io lo so.
Voi che lo state vivendo come me lo sapete.
Voi, purtroppo per voi, lo sapete che cosa è questo rimbombo costante del vuoto.
Gli altri, quelli fortunati perché ancora non hanno subito lo strazio del lutto per la morte di un compagno amato, gli altri non lo sanno. Non lo possono sapere e neppure lo vorrebbero sapere.
Il dolore, passati i primi 5 minuti infastidisce. Ovviamente il dolore altrui.
"Buona domenica anche a voi" ho risposto educatamente, ma con tanta invidia per loro che possono essere ancora una coppia, perché la morte non li ha separati., ancora.
Non leggete questo blog
Non leggete quello che scrivo se non siete disposti ad accettare che il dolore esiste, che il dolore è qui e che rischia di sfiorarvi e forse di travolgervi.
Non leggetelo se non siete disposti a tacere.
Non ditemi mai "non DEVI fare così, non DEVI dire questo" .
Che ne sapete voi di quello che ho dentro? Che ne sapete voi di cosa vuol dire doversi alzare dal letto ogni mattina per affrontare il vuoto, il lutto, la mancanza irrimediabile?
Non leggetelo se siete convinti che la vita sia solo rose e fiori e non volete vedere il nero.
Non leggetelo se volete solo distrarvi.
Non leggete le mie parole se pensate di dirmi "la vita va avanti, devi vivere per te".
Qui vi troverete sbattuto in faccia il dolore soffocante, quello che impedisce di respirare.
Qui vi troverete sbattuto in faccia il desiderio impellente, disperato, di morire per smettere di soffrire.
Qui vi troverete sbattuto in faccia il lutto cupo, devastante. Quello che impedisce di indossare i colori, non perché sia una convenzione sociale, ma perché il corpo li respinge, perchè il corpo può accettare solo il nero, il grigio e il bianco.
Qui vi troverete sbattuta in faccia tutta la mia rabbia per l'ingiustizia di questa morte. Per quello che non gli è stato concesso. Per quello che ci è stato tolto.
Non leggetemi se non siete disposti alla pietas, al cordoglio. Quelli veri.
Tutto questo che avete appena letto l'ho scritto nei primi anni del lutto, quando c'erano solo sofferenza, mancanza, rabbia. Adesso, attraverso un complesso e articolato percorso di elaborazione, di maturazione e di crescita personale, il manifesto è da aggiornare: Non leggete se credete che chi è morto è sparito o non esiste più , non leggete se pensate che chi amate vi abbia abbandonato, non leggete se non siete capaci di aprire la mente anche a ciò che non conoscete. Non leggete se non volete vivere pienamente la vostra nuova vita, quella dopo il lutto.
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Non leggetelo se non siete disposti a tacere.
Non ditemi mai "non DEVI fare così, non DEVI dire questo" .
Che ne sapete voi di quello che ho dentro? Che ne sapete voi di cosa vuol dire doversi alzare dal letto ogni mattina per affrontare il vuoto, il lutto, la mancanza irrimediabile?
Non leggetelo se siete convinti che la vita sia solo rose e fiori e non volete vedere il nero.
Non leggetelo se volete solo distrarvi.
Non leggete le mie parole se pensate di dirmi "la vita va avanti, devi vivere per te".
Qui vi troverete sbattuto in faccia il dolore soffocante, quello che impedisce di respirare.
Qui vi troverete sbattuto in faccia il desiderio impellente, disperato, di morire per smettere di soffrire.
Qui vi troverete sbattuto in faccia il lutto cupo, devastante. Quello che impedisce di indossare i colori, non perché sia una convenzione sociale, ma perché il corpo li respinge, perchè il corpo può accettare solo il nero, il grigio e il bianco.
Qui vi troverete sbattuta in faccia tutta la mia rabbia per l'ingiustizia di questa morte. Per quello che non gli è stato concesso. Per quello che ci è stato tolto.
Non leggetemi se non siete disposti alla pietas, al cordoglio. Quelli veri.
Tutto questo che avete appena letto l'ho scritto nei primi anni del lutto, quando c'erano solo sofferenza, mancanza, rabbia. Adesso, attraverso un complesso e articolato percorso di elaborazione, di maturazione e di crescita personale, il manifesto è da aggiornare: Non leggete se credete che chi è morto è sparito o non esiste più , non leggete se pensate che chi amate vi abbia abbandonato, non leggete se non siete capaci di aprire la mente anche a ciò che non conoscete. Non leggete se non volete vivere pienamente la vostra nuova vita, quella dopo il lutto.
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