Ma a volte ė inevitabile avere delle aspettative.
"Zia voglio venire a dormire una notte, due notti, tre notti... Da te! Posso venire?"
"Per me puoi venire, Chiara, ma devi chiedere ai tuoi genitori"
Non ostante i mesi di preavviso e i promemoria ai genitori -fatemi sapere le date-, ieri la doccia fredda. La bimba di 7 anni non viene. Ci sono gli altri zii, quelli di parte materna.
Non viene.
E neppure a nessuno di loro è mai venuto in mente di passare un momento qui (sono a 150 metri dal mare, un bel posto, non lontana da loro).
Perché lo scrivo qui? Che relazione ha con il lutto? Tanta.
Passati i primi cinque minuti dalla morte, la superficie torna a essere liscia come l'olio, per gli Altri.
Dimenticano in fretta, beati loro, che tu se lì con un dolore interno, con una ferita invisibile, ma non per questo meno dolorosa che non si rimargina mai.
Passati i primi cinque minuti spariscono. Tornano alla loro vita, al loro mondo, dove non ci deve essere posto per il ricordo di chi è morto, dove non c'è posto per la compassione.
Se io leggessi queste parole penserei "hanno ragione gli Altri chi la vuole intorno una persona che piange sempre e che parla di morti" . Proprio per non essere di peso a nessuno, quando sono gli Altri, indosso la mia bella maschera, il dolore non traspare. Il dolore lo scrivo qui o lo tengo solo per me.
Gli Altri non possono capire, non vogliono sapere. Solo quelli come noi possono avere voglia di chiederti come stai e aspettare la risposta vera.
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