Non leggete questo blog

Non leggete quello che scrivo se non siete disposti ad accettare che il dolore esiste, che il dolore è qui e che rischia di sfiorarvi e forse di travolgervi.

Non leggetelo se non siete disposti a tacere.
Non ditemi mai "non DEVI fare così, non DEVI dire questo" .
Che ne sapete voi di quello che ho dentro? Che ne sapete voi di cosa vuol dire doversi alzare dal letto ogni mattina per affrontare il vuoto, il lutto, la mancanza irrimediabile?

Non leggetelo se siete convinti che la vita sia solo rose e fiori e non volete vedere il nero.

Non leggetelo se volete solo distrarvi.

Non leggete le mie parole se pensate di dirmi "la vita va avanti, devi vivere per te".

Qui vi troverete sbattuto in faccia il dolore soffocante, quello che impedisce di respirare.
Qui vi troverete sbattuto in faccia il desiderio impellente, disperato, di morire per smettere di soffrire.
Qui vi troverete sbattuto in faccia il lutto cupo, devastante. Quello che impedisce di indossare i colori, non perché sia una convenzione sociale, ma perché il corpo li respinge, perchè il corpo può accettare solo il nero, il grigio e il bianco.

Qui vi troverete sbattuta in faccia tutta la mia rabbia per l'ingiustizia di questa morte. Per quello che non gli è stato concesso. Per quello che ci è stato tolto.

Non leggetemi se non siete disposti alla pietas, al cordoglio. Quelli veri.

Tutto questo che avete appena letto l'ho scritto nei primi anni del lutto, quando c'erano solo sofferenza, mancanza, rabbia. Adesso, attraverso un complesso e articolato percorso di elaborazione, di maturazione e di crescita personale, il manifesto è da aggiornare: Non leggete se credete che chi è morto è sparito o non esiste più , non leggete se pensate che chi amate vi abbia abbandonato, non leggete se non siete capaci di aprire la mente anche a ciò che non conoscete. Non leggete se non volete vivere pienamente la vostra nuova vita, quella dopo il lutto.
_________________________________________________________________________________________

mercoledì 13 febbraio 2013

Non è solo un pezzo di ferro.


Dopo la morte di Pablo io mi sono ritrovata con due auto. Non potendomi permettere di mantenerle entrambi ho deciso di tenere quella di Pablo soprattutto per motivi affettivi.
Ma non mi decidevo a mettere in vendita la mia, mi pesava enormemente dover affrontare un ulteriore distacco.
E' solo un pezzo di ferro, dirai tu, è solo una cosa.
Ma a quel pezzo di ferro sono legati tanti ricordi.
Ho una foto buffissima di Pablo che fa lo scemo, seduto nel bagagliaio con le lunghe gambe che spuntano fuori dal portellone abbassato. Azzurra la macchima azzurri i blue jeans e azzurri i suoi occhi attraverso il lunotto.
Con quella macchina nel 2008 eravamo andati in Corsica. L'adesivo giallo e blu della Corsica Ferry ormai stinto  me lo ricorda tutte le volte.
Qualche giorno fa ho finalmente trovato la forza di pubblicare un annuncio  e di gestire le conseguenti telefonate.
Oggi avevo un appuntamento con un signore e sua moglie per far vedere loro la macchina.
Ci siamo accordati sul prezzo, andremo all'ACI a fare il passaggio di proprietà e consegnerò loro la mia macchina. Ho un groppo in gola.
Mi vengono i flash del giorno che eravamo andati a comprarla, di lui che trattava il prezzo al mio posto, di lui che metteva in croce il concessionario per farmi avere il meglio.
Non ne posso più di porte che si chiudono. E non è ancora finita.

Nessun commento:

Posta un commento

i commenti sono moderati.
I commenti verranno letti solo da me, se necessario vi risponderò per email, per cui, se volete entrare in contatto con me è indispensabile inserire il vostro indirizzo email. Difficilmente vi risponderò su questo blog.
Qualche commento potrei anche decidere di pubblicarlo, se volete che rimanga privato segnalatemelo.
Evitate di scrivermi stupidaggini, non sono in vena di accoglierle.