Oggi c'è un sole splendente, aria di smalto lucido.
Forse dipende dalla domenica.
Mi sono svegliata con la morte. Morti che non ho conosciuto direttamente, ma che ugualmente mi sono penetrate in qualche modo dentro.
Mi sono svegliata con l'immagine di mia mamma e mia zia giovani, al cimitero, dove ormai c'erano i tre quinti di quella che quando erano bambine era la loro famiglia felice. Mi sono svegliata con il loro dolore dentro di me. Accudivano piangendo la loro famiglia, la tomba della loro famiglia.
Non ho mai avuto paura della mia morte, ma di quella di chi amavo.Dicevo a mio marito "voglio morire prima io di te".
E invece eccomi qui a vivere la loro morte.
Condannata a sopravvivere.
Ieri una coppia male assortita litigava in continuazione. 60 anni portati male. Forse 65-70.
Italiano lui, dell'est lei, forse arrivata qui come badante. Un estenuante, continuo brontolio lamentoso, astioso. Il motivo erano i soldi della spesa: "hai mangiato la mia uva", "non hai comprato la maionese perché la mangio io", "le more che hai preso fanno schifo", "non compri la crema solare, ma poi usi la mia"...
Volevo dire loro "non c'è amore, non c'è stima, non c'è rispetto: dividete le vostre strade!", ma poi mi sono risposta da sola che la solitudine spaventa.
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