Basta nulla, proprio nulla.
Basta che in una conversazione venga inserita una frase dall'aspetto innocente: "sono passata nel tale negozio, quello che è vicino alla casa di Pablo".
E si apre uno squarcio gelido e rovente.
E si chiude la bocca dello stomaco.
E si curvano le spalle.
E lo sguardo si perde all'indietro, in quei ricordi che adesso, di nuovo fanno male, perché irripetibili. Perché vorresti tanto che in questi giorni in cui si pensa a comprare i regali, a festeggiare il natale, si compisse il miracolo di riavvolgere indietro il nastro del tempo, il miracolo di riaverlo vivo accanto, in carne e ossa, con il calore delle sua pelle, con l'odore suoi capelli, con il suono della sua voce, con l'abbraccio ...
...e invece...
Le lacrime spingono da dietro le palpebre, vorrei ranicchiarmi, lo stomaco è sempre più un nodo di pietra che preme verso la gola, la testa si fa di nuovo vuota, raggelata dall'enormità di questa morte, dall'assurdità della mia sopravvivenza.
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