"Vengo a trovarti' starò da te al mare un paio di giorni".
È dura stare qui. Da sola. Sola con i ricordi delle estati passati, quelle in cui mi prendevo cura di loro. Sono morti tutti.
Così mi attacco a tutto quello che potrebbe riempire in qualche modo questi vuoti, questo silenzio rotto solo dal miagolio di un gatto di passaggio che mi chiede cibo.
Metto a posto la bici che Pablo aveva sistemato per sé. La rendo utilizzabile dalla mia futura ospite. Le lacrime e il sudore si mescolano. Non ce la faccio a sopportare la vita, non ce la faccio a vedere le vite degli altri e la mia non vita. Non ce la faccio più.
Mi aggrappo con le unghie alle piccole cose, alla promessa di una visita che sollevi un attimo questa vischiosa nebbia di solitudine, di dolore.
"Sono in aeroporto, non vengo più a trovarti".
Anche il gatto, con la pancia piena, se ne è andato.
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