Gente che compra i regali, gente che pensa al cenone della vigilia e al pranzo del giorno di natale.
Tutte lame che mi si conficcano dentro, che mi trafiggono la pelle, che mi lacerano i muscoli, che mi scheggiano le ossa.
Lame.
Una volta amavo il Natale, i preparativi. Addobbavo con gioia l'albero, studiavo o regali più idonei, pianificavo per tempo.
L'ultimo Natale feci i salti acrobatici per trovar il regalo per te. Confezionato su misura per te, con le tue iniziali incise nel cuoio. L'ho preso in mano poco fa, profuma ancora di cuoio, lo hai usato solo per poco più di un mese, poi te ne sei andato per sempre.
Morto
M O R T O
M O R T O
M O R T O
M O R T O
M O R T O
Il secondo Natale con la tua assenza. Con la mia solitudine. Con la tua mancanza. Con il mio strazio celato agli occhi di tutti. Con il mio cervello in pappa, con il mio cuore secco. Adempio, al meglio che posso, ai miei doveri, nulla di più.
Io non ce la faccio più. Io voglio farla finita.
E' già difficile nei giorni normali, in quelli di festa è atroce.
"Tornerò" mi scrivesti. Ma non sei tornato più. Torna adesso e portami via per sempre. Abbracciami e portami via. Qui non ci sto più a fare nulla, se non ad aspettarti.
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