Non leggete questo blog

Non leggete quello che scrivo se non siete disposti ad accettare che il dolore esiste, che il dolore è qui e che rischia di sfiorarvi e forse di travolgervi.

Non leggetelo se non siete disposti a tacere.
Non ditemi mai "non DEVI fare così, non DEVI dire questo" .
Che ne sapete voi di quello che ho dentro? Che ne sapete voi di cosa vuol dire doversi alzare dal letto ogni mattina per affrontare il vuoto, il lutto, la mancanza irrimediabile?

Non leggetelo se siete convinti che la vita sia solo rose e fiori e non volete vedere il nero.

Non leggetelo se volete solo distrarvi.

Non leggete le mie parole se pensate di dirmi "la vita va avanti, devi vivere per te".

Qui vi troverete sbattuto in faccia il dolore soffocante, quello che impedisce di respirare.
Qui vi troverete sbattuto in faccia il desiderio impellente, disperato, di morire per smettere di soffrire.
Qui vi troverete sbattuto in faccia il lutto cupo, devastante. Quello che impedisce di indossare i colori, non perché sia una convenzione sociale, ma perché il corpo li respinge, perchè il corpo può accettare solo il nero, il grigio e il bianco.

Qui vi troverete sbattuta in faccia tutta la mia rabbia per l'ingiustizia di questa morte. Per quello che non gli è stato concesso. Per quello che ci è stato tolto.

Non leggetemi se non siete disposti alla pietas, al cordoglio. Quelli veri.

Tutto questo che avete appena letto l'ho scritto nei primi anni del lutto, quando c'erano solo sofferenza, mancanza, rabbia. Adesso, attraverso un complesso e articolato percorso di elaborazione, di maturazione e di crescita personale, il manifesto è da aggiornare: Non leggete se credete che chi è morto è sparito o non esiste più , non leggete se pensate che chi amate vi abbia abbandonato, non leggete se non siete capaci di aprire la mente anche a ciò che non conoscete. Non leggete se non volete vivere pienamente la vostra nuova vita, quella dopo il lutto.
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domenica 11 novembre 2012

viaggiare leggeri

Perché una persona muore prima di un'altra?
Perché una persona più giovane muore prima di una più vecchia?
Perché tutto quello che fino ad un attimo prima era importante, indispensabile, all'improvviso si affloscia perdendo qualsiasi senso?
Abbiamo una data di scadenza impressa nei nostri geni?
In quale momento i numeri di quella data smettono di girare e si fermano determinando quella che sarà la data della morte?
Quali cose avrebbe fatto Pablo se avesse saputo che sarebbe morto a 48 anni, 4 mesi e sei giorni?
Quali non avrebbe fatto?
Sicuramente non mi avrebbe scritto quel bigliettino con la promessa di tornare.
Non avrebbe portato via il quaderno del lavoro.
Mi avrebbe salutata, mi avrebbe rassicurata.

Cosa farei se io sapessi di morire tra una settimana?
  • Distruggerei tutto quello di personale ho in ufficio
  • Distruggerei le lettere della mia terza vita
  • lascerei le chiavi e le istruzioni pratiche per chi deve gestire la mia morte e il post mortem
  • cercherei di chiudere le pendenze più importanti e allo stesso tempo lasciare istruzioni chiare e semplici
  • saluterei le persone a cui tengo, per lasciare loro il più possibile un ricordo sereno
  • farei la pace con me stessa per tutto quello che non sono stata capace di fare
  • mi accomiaterei mentalmente dai luoghi e dalle cose
Quando parto per un viaggi impazzisco a prevedere cosa potrebbe servirmi. Lo stress causato dai bagagli, dalla scelta del bagaglio è sempre più grosso. La necessita di documentarmi è imperativa e mi sento inadeguata se non ho studiato abbastanza.

Questo ultimo viaggio non sarebbe stressante, sarebbe invece pieno di leggerezza, di gioia.
Non c'è bisogno di nessun bagaglio, non c'è bisogno di studiare.
Al contrario, bisogna partire leggeri e con la mente sgombra, con il cuore aperto.
Spogliarsi, lasciare le borse, lasciare i fardelli.
Osservare, solo osservare per far penetrare la Luce in sé.
Aprirsi per lasciar fluire la Luce.
Non serve niente altro. Ogni cosa sarebbe solo di impaccio.
Sono pronta


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