Non leggete questo blog

Non leggete quello che scrivo se non siete disposti ad accettare che il dolore esiste, che il dolore è qui e che rischia di sfiorarvi e forse di travolgervi.

Non leggetelo se non siete disposti a tacere.
Non ditemi mai "non DEVI fare così, non DEVI dire questo" .
Che ne sapete voi di quello che ho dentro? Che ne sapete voi di cosa vuol dire doversi alzare dal letto ogni mattina per affrontare il vuoto, il lutto, la mancanza irrimediabile?

Non leggetelo se siete convinti che la vita sia solo rose e fiori e non volete vedere il nero.

Non leggetelo se volete solo distrarvi.

Non leggete le mie parole se pensate di dirmi "la vita va avanti, devi vivere per te".

Qui vi troverete sbattuto in faccia il dolore soffocante, quello che impedisce di respirare.
Qui vi troverete sbattuto in faccia il desiderio impellente, disperato, di morire per smettere di soffrire.
Qui vi troverete sbattuto in faccia il lutto cupo, devastante. Quello che impedisce di indossare i colori, non perché sia una convenzione sociale, ma perché il corpo li respinge, perchè il corpo può accettare solo il nero, il grigio e il bianco.

Qui vi troverete sbattuta in faccia tutta la mia rabbia per l'ingiustizia di questa morte. Per quello che non gli è stato concesso. Per quello che ci è stato tolto.

Non leggetemi se non siete disposti alla pietas, al cordoglio. Quelli veri.

Tutto questo che avete appena letto l'ho scritto nei primi anni del lutto, quando c'erano solo sofferenza, mancanza, rabbia. Adesso, attraverso un complesso e articolato percorso di elaborazione, di maturazione e di crescita personale, il manifesto è da aggiornare: Non leggete se credete che chi è morto è sparito o non esiste più , non leggete se pensate che chi amate vi abbia abbandonato, non leggete se non siete capaci di aprire la mente anche a ciò che non conoscete. Non leggete se non volete vivere pienamente la vostra nuova vita, quella dopo il lutto.
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domenica 16 dicembre 2012

Rewind, per favore rewind.

E' morto.  E all'improvviso le sue cose, quelle che erano lui, sono rimaste come fantocci inanimati, marionette vuote accasciate sul palco, senza più anima.
Le ho dovute raccogliere io. Me ne prendo cura io al suo posto.
Ma tutto questo ha un prezzo molto salato. Un prezzo che pago, per mia libera scelta, sulla mia pella.
Le sue caselle di posta, il suo cellulare, il suo Facebook...
Non sono lui, ovviamente.
Non mi sostituisco a lui.
Ma non ho chiuso nulla, non ho cancellato nulla.
Rileggo le sue vecchie mail, sento la sua voce che dice quelle cose. Ritorno per pochi attimi indietro nel tempo. A quel capodanno passato in ospedale, a quel natale pieno di fibrillazioni, agli innumerevoli ricoveri, alla sua preoccupazione per Floriano, al suo dolore per la morte di Floriano.
Lui vedeva in Floriano quello che poteva essere il suo destino. Era tremendo, molto peggio di come lo percepivo allora. Pablo non me ne parlava per non preoccuparmi, ma anche perché non sopportava che gli si facesse coraggio.
Vorrei il tasto REWIND. Lo vorrei, mantenendo però la comprensione che ho adesso, lo vorrei per poter star più vicino a Pablo, per dargli di più di quello che gli ho dato, per partire insieme con lui nel suo ultimo viaggio, per non lasciarlo solo mentre muore, per stringerlo a me mentre muore, per dirgli che non è solo, di non aver paura. Per dargli l'ultimo bacio, per ricevere l'ultimo bacio.
E magari morire con lui.
Perché il mio cuore non cede di schianto?

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