Non leggete questo blog

Non leggete quello che scrivo se non siete disposti ad accettare che il dolore esiste, che il dolore è qui e che rischia di sfiorarvi e forse di travolgervi.

Non leggetelo se non siete disposti a tacere.
Non ditemi mai "non DEVI fare così, non DEVI dire questo" .
Che ne sapete voi di quello che ho dentro? Che ne sapete voi di cosa vuol dire doversi alzare dal letto ogni mattina per affrontare il vuoto, il lutto, la mancanza irrimediabile?

Non leggetelo se siete convinti che la vita sia solo rose e fiori e non volete vedere il nero.

Non leggetelo se volete solo distrarvi.

Non leggete le mie parole se pensate di dirmi "la vita va avanti, devi vivere per te".

Qui vi troverete sbattuto in faccia il dolore soffocante, quello che impedisce di respirare.
Qui vi troverete sbattuto in faccia il desiderio impellente, disperato, di morire per smettere di soffrire.
Qui vi troverete sbattuto in faccia il lutto cupo, devastante. Quello che impedisce di indossare i colori, non perché sia una convenzione sociale, ma perché il corpo li respinge, perchè il corpo può accettare solo il nero, il grigio e il bianco.

Qui vi troverete sbattuta in faccia tutta la mia rabbia per l'ingiustizia di questa morte. Per quello che non gli è stato concesso. Per quello che ci è stato tolto.

Non leggetemi se non siete disposti alla pietas, al cordoglio. Quelli veri.

Tutto questo che avete appena letto l'ho scritto nei primi anni del lutto, quando c'erano solo sofferenza, mancanza, rabbia. Adesso, attraverso un complesso e articolato percorso di elaborazione, di maturazione e di crescita personale, il manifesto è da aggiornare: Non leggete se credete che chi è morto è sparito o non esiste più , non leggete se pensate che chi amate vi abbia abbandonato, non leggete se non siete capaci di aprire la mente anche a ciò che non conoscete. Non leggete se non volete vivere pienamente la vostra nuova vita, quella dopo il lutto.
_________________________________________________________________________________________

venerdì 11 gennaio 2013

Lutto, istruzioni per l'uso. -1-

Post dedicato a chi vuole dare una mano, vuole essere veramente di aiuto a una persona cara colpita dl lutto per la perdita del compagno/a.

Se volete davvero essere d'aiuto a una persona che soffre per un lutto allora scegliete di starle vicino.
Specialmente se, come nel mio caso, ha perso il compagno.
Dopo il funerale la maggior parte della gente si sarà dileguata.
Qualche rarissima visita imbarazzata di cortesia, e poi spariranno tutti.
Se volete darle una mano statele vicino, non abbandonatela. E' fragile, è spersa, soffre, è arrabbiata.
E se non vive con nessuno, se non ci sono figli o genitori che già da prima vivessero in casa con lei, si sentirà terribilmente sola.
E' vero, ci saranno tanti momenti in cui avrà bisogno di stare sola, per poter piangere, gridare disperarsi. Di solito questo avviene nel bozzolo dell'abitacolo di una macchina, che qualcuno ha detto essere come una camera di decompressione.
Ci saranno momenti in cui vorrà stare sola per fare finta che tutto sia "normale" che lui sia semplicemente in viaggio o nella stanza accanto. Ma questi momenti saranno brevi, non si riesce a fingere a lungo.

Il più delle volte vi dirà di non preoccuparvi per lei. Lo dirà perché non vuole essere di peso a nessuno, perché sa che è solo la sua vita ad essersi fermata, è conscia del fatto che la vita degli altri vada avanti, lei stessa vuole che la vita degli altri proceda normalmente, senza tutti gli scossoni che ha subito la sua vita.
Preoccupatevi allora per lei, ma non siate assillanti, siate discreti.

Alzate le antenne, guardate il calendario e l'orologio e regolatevi. Poi vi spiegherò il perché.
Alzate le antenne e cercate di capire quali sono i momenti peggiori. Ce ne sono tanti di momenti peggiori di altri.
Ce ne sono tanti in cui una mano tesa può davvero salvare la vita.
Non soffocatela di attenzioni, non è quello che serve.
Non soffocatela di domande, non è di domande che ha bisogno, ne ha già tante dentro di sé.
Non soffocatela di indicazioni, la sua mente è già fin troppo confusa.
Semplicemente ascoltatela.
Ascoltatela parlare di lui. Guardate insieme a lei le foto di lui. Condividete i ricordi.
Fatele capire che anche a voi fa piacere vedere quelle foto, ascoltare quei ricordi.
Basta davvero poco, anche solo una mail, una telefonata, ma dimostrate di esserci.
Siateci.

Nessun commento:

Posta un commento

i commenti sono moderati.
I commenti verranno letti solo da me, se necessario vi risponderò per email, per cui, se volete entrare in contatto con me è indispensabile inserire il vostro indirizzo email. Difficilmente vi risponderò su questo blog.
Qualche commento potrei anche decidere di pubblicarlo, se volete che rimanga privato segnalatemelo.
Evitate di scrivermi stupidaggini, non sono in vena di accoglierle.