Non leggete questo blog

Non leggete quello che scrivo se non siete disposti ad accettare che il dolore esiste, che il dolore è qui e che rischia di sfiorarvi e forse di travolgervi.

Non leggetelo se non siete disposti a tacere.
Non ditemi mai "non DEVI fare così, non DEVI dire questo" .
Che ne sapete voi di quello che ho dentro? Che ne sapete voi di cosa vuol dire doversi alzare dal letto ogni mattina per affrontare il vuoto, il lutto, la mancanza irrimediabile?

Non leggetelo se siete convinti che la vita sia solo rose e fiori e non volete vedere il nero.

Non leggetelo se volete solo distrarvi.

Non leggete le mie parole se pensate di dirmi "la vita va avanti, devi vivere per te".

Qui vi troverete sbattuto in faccia il dolore soffocante, quello che impedisce di respirare.
Qui vi troverete sbattuto in faccia il desiderio impellente, disperato, di morire per smettere di soffrire.
Qui vi troverete sbattuto in faccia il lutto cupo, devastante. Quello che impedisce di indossare i colori, non perché sia una convenzione sociale, ma perché il corpo li respinge, perchè il corpo può accettare solo il nero, il grigio e il bianco.

Qui vi troverete sbattuta in faccia tutta la mia rabbia per l'ingiustizia di questa morte. Per quello che non gli è stato concesso. Per quello che ci è stato tolto.

Non leggetemi se non siete disposti alla pietas, al cordoglio. Quelli veri.

Tutto questo che avete appena letto l'ho scritto nei primi anni del lutto, quando c'erano solo sofferenza, mancanza, rabbia. Adesso, attraverso un complesso e articolato percorso di elaborazione, di maturazione e di crescita personale, il manifesto è da aggiornare: Non leggete se credete che chi è morto è sparito o non esiste più , non leggete se pensate che chi amate vi abbia abbandonato, non leggete se non siete capaci di aprire la mente anche a ciò che non conoscete. Non leggete se non volete vivere pienamente la vostra nuova vita, quella dopo il lutto.
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giovedì 24 gennaio 2013

Lutto, istruzioni per l'uso. - 3 -

Cosa potete fare realmente per aiutare in qualche maniera una vostra amica colpita da un lutto?
La prima risposta che sgorga spontanea è NULLA.
L'unica cosa che lei vuole nessuna gliela puotrà mai ridare.

In realttà ci sono tante piccole cose, tanti piccoli gesti.
Piccole. A volte non sono mica poi così piccole!
Vestiti.
I vestiti sono sicuramente un problema.
Qualcuno asserirà che bisogna sbarazzarsene immediatamente. Altri vi diranno l'esatto contrario.
E' una cosa molto soggettiva. Non forzatela se vedete che su questo è rigida, intransigente.
Viene spontaneo dire, soprattutto se fa freddo, che quegli abiti adesso inutilizzati potrebbero rendere felice un altro essere umano.
E' vero, è innegabile. Ma in certi casi quegli abiti sono un sottile, doloroso legame con chi non c'è più.
Accarezzarli illudendosi che non siano vuoti.
Le illusioni a volte aiutano a respirare.
Non forzatela, rispettatela. Verrà il momento in cui sarà lei a decidere di regalarli.

Se invece vedete che vorrebbe aiutare un altro essere umano, ma che non ha la forza di tirarli fuori dall'armadio mettetevi al suo fianco, siate le sue mani .
Tirate fuori dai cassetti e riponete tutto ordinatamente in scatoloni o in robuste buste di carta.
Non usate i sacchi neri della spazzatura, per voi sarebbe comodo, ma sarebbe una mancanza di rispetto nei confronti di lei, a anche verso chi riceverà quegli abiti trattati come .... immondizia.

Piegateli con cura, lei li piegherebbe con amore, fate tutto con calma, non mostratele impazienza, lei in quel momento rivede le occasioni in cui quegli abiti erano stati indossati. E' un turbinio di ricordi dolci e amari.
Se vedete che esita su un maglione, su una camicia, può darsi che a quel maglione o a quella camicia sia legato un ricordo particolare, allora proponetele di metterlo momentaneamente da parte, sarà poi  lei stessa, una volta finita l'ondata di emozioni, a rimetterlo in gioco.

A chi consegnare i vestiti e le scarpe? Occupatevene voi, sempre che lei  non abbia già  in mente un destinatario. Non metteteli nei cassonetti gialli che sono per strada, troppo spesso vengono svuotati da zingari che poi lasciano quasi tutto a terra, nello sporco, rendendoli uguali a immondizia.
Consegnateli personalmente a un centro che li dia direttamente a chi ne ha bisogno, per esempio l'Opera San Francesco. I vestiti devono essere in buono stato (no strappi, rotture) e puliti. Le scarpe mettetele a coppie in sacchetti. Pensate sempre che potreste essere voi a doverli indossare.

Tutta questa cura vi pare esagerata? Voi di solito i vostri abiti smessi li gettate appallottolate dentro i bidoni gialli? Questi non sono semplicemente abiti usati, sono molto di più.

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