Non leggete questo blog

Non leggete quello che scrivo se non siete disposti ad accettare che il dolore esiste, che il dolore è qui e che rischia di sfiorarvi e forse di travolgervi.

Non leggetelo se non siete disposti a tacere.
Non ditemi mai "non DEVI fare così, non DEVI dire questo" .
Che ne sapete voi di quello che ho dentro? Che ne sapete voi di cosa vuol dire doversi alzare dal letto ogni mattina per affrontare il vuoto, il lutto, la mancanza irrimediabile?

Non leggetelo se siete convinti che la vita sia solo rose e fiori e non volete vedere il nero.

Non leggetelo se volete solo distrarvi.

Non leggete le mie parole se pensate di dirmi "la vita va avanti, devi vivere per te".

Qui vi troverete sbattuto in faccia il dolore soffocante, quello che impedisce di respirare.
Qui vi troverete sbattuto in faccia il desiderio impellente, disperato, di morire per smettere di soffrire.
Qui vi troverete sbattuto in faccia il lutto cupo, devastante. Quello che impedisce di indossare i colori, non perché sia una convenzione sociale, ma perché il corpo li respinge, perchè il corpo può accettare solo il nero, il grigio e il bianco.

Qui vi troverete sbattuta in faccia tutta la mia rabbia per l'ingiustizia di questa morte. Per quello che non gli è stato concesso. Per quello che ci è stato tolto.

Non leggetemi se non siete disposti alla pietas, al cordoglio. Quelli veri.

Tutto questo che avete appena letto l'ho scritto nei primi anni del lutto, quando c'erano solo sofferenza, mancanza, rabbia. Adesso, attraverso un complesso e articolato percorso di elaborazione, di maturazione e di crescita personale, il manifesto è da aggiornare: Non leggete se credete che chi è morto è sparito o non esiste più , non leggete se pensate che chi amate vi abbia abbandonato, non leggete se non siete capaci di aprire la mente anche a ciò che non conoscete. Non leggete se non volete vivere pienamente la vostra nuova vita, quella dopo il lutto.
_________________________________________________________________________________________

mercoledì 14 agosto 2013

Te ne sei andato.

Te ne sei andato.  Questo viaggio definitivo e irrevocabile non l'hai deciso tu, mi avresti salutata. 
Tante altre volte sei partito, ti accompagnavo all'aeroporto senza commozione, semmai eri tu quello triste di partire, triste perché solo, perché non partivo insieme a te. Davo sempre per scontato che saresti tornato, che tutto sarebbe sempre andato bene.

 Come eri allegro,  pieno di gioia, quella unica volta che ci imbarcammo insieme. Eri malato, malatissimo,ma io ero con te e tu riuscivi a gioire ad essere allegro, trainante, non ostante la terribile prospettiva di vivere attaccato a una macchina. Tu in quei momenti riuscivi a vivere pienamente il presente, senza pensare al futuro, senza pensare al passato. Eri un uomo fuori dal comune, ed eri mio. Eri unico, ed eri mio. Eri bellissimo, giovane, eri una gran bella testa, eri generoso, eri buono, ed eri mio.
Partivi, eri lontano, ma riuscivi sempre a esserci per me. Ore e ore con skype, le telefonate dal tuo ufficio, così avevo ribattezzato l Zoo dove poi avevo anche io mangiato insieme con te, e dove dopo non sono più riuscita ad entrare da sola, senza di te.
Non ho il coraggio di aprire di là il tuo cassetto, ma anche senza aprirlo sto male, fisicamente male, le tue ciabatte ti aspettano sotto il comodino, non ho il coraggio di toglierle, i tuoi sandali sono vuoti da due estati, li guardo e li rivedo abitati gioiosamente dai tuoi piedoni.
"Piedoni Ciccioni" "Piedini Ciccini" tutte le stupidaggini che esistevano  e che non potranno mai più esistere.
Eri così contento quando eravamo partiti insieme quel Natale. Perché  non mi hai fatto partire con te anche in questo ultimo irrevocabile viaggio?
 Perché aspetti tanto a venirmi a prendere? Non avete pietà per me lassù?

Il gatto mi aspetta sdraiato sulle pietre. 
Gattito. Appiccicoso, affettuoso, reclama attenzione, calore umano. Lo guardo e gli chiedo " ti ha mandato Pablo al suo posto?" Ti ha detto Pablo di starmi così appiccicato?" Un chilo e mezzo di gatto non come può pensare di consolare la mancanza di tutti i tuoi chili, dei tuoi occhi azzurri, dei tuo capelli folti ? 
Guardo e riguardo le tue foto, le conosco a memoria, ma è l'unica cosa che mi rimane di te. Foto, filmati, messaggi vocali. Li guardo nel silenzio assordante devastante della tua assenza.
Voglio morire anche io, amore mio non ce la faccio più senza di te.

Nessun commento:

Posta un commento

i commenti sono moderati.
I commenti verranno letti solo da me, se necessario vi risponderò per email, per cui, se volete entrare in contatto con me è indispensabile inserire il vostro indirizzo email. Difficilmente vi risponderò su questo blog.
Qualche commento potrei anche decidere di pubblicarlo, se volete che rimanga privato segnalatemelo.
Evitate di scrivermi stupidaggini, non sono in vena di accoglierle.