Non leggete questo blog

Non leggete quello che scrivo se non siete disposti ad accettare che il dolore esiste, che il dolore è qui e che rischia di sfiorarvi e forse di travolgervi.

Non leggetelo se non siete disposti a tacere.
Non ditemi mai "non DEVI fare così, non DEVI dire questo" .
Che ne sapete voi di quello che ho dentro? Che ne sapete voi di cosa vuol dire doversi alzare dal letto ogni mattina per affrontare il vuoto, il lutto, la mancanza irrimediabile?

Non leggetelo se siete convinti che la vita sia solo rose e fiori e non volete vedere il nero.

Non leggetelo se volete solo distrarvi.

Non leggete le mie parole se pensate di dirmi "la vita va avanti, devi vivere per te".

Qui vi troverete sbattuto in faccia il dolore soffocante, quello che impedisce di respirare.
Qui vi troverete sbattuto in faccia il desiderio impellente, disperato, di morire per smettere di soffrire.
Qui vi troverete sbattuto in faccia il lutto cupo, devastante. Quello che impedisce di indossare i colori, non perché sia una convenzione sociale, ma perché il corpo li respinge, perchè il corpo può accettare solo il nero, il grigio e il bianco.

Qui vi troverete sbattuta in faccia tutta la mia rabbia per l'ingiustizia di questa morte. Per quello che non gli è stato concesso. Per quello che ci è stato tolto.

Non leggetemi se non siete disposti alla pietas, al cordoglio. Quelli veri.

Tutto questo che avete appena letto l'ho scritto nei primi anni del lutto, quando c'erano solo sofferenza, mancanza, rabbia. Adesso, attraverso un complesso e articolato percorso di elaborazione, di maturazione e di crescita personale, il manifesto è da aggiornare: Non leggete se credete che chi è morto è sparito o non esiste più , non leggete se pensate che chi amate vi abbia abbandonato, non leggete se non siete capaci di aprire la mente anche a ciò che non conoscete. Non leggete se non volete vivere pienamente la vostra nuova vita, quella dopo il lutto.
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mercoledì 10 ottobre 2012

Le tombe adornate

Vedere dei giochini adagiati sopra una tomba mi fa sempre stringere il cuore.
Non sono poche queste piccole tombe adornate. La maggior parte ha date recentissime.
Quelle più vecchie mi raggelano. Giovani genitori che rimangono attaccati a un bambino che quei giochi non li ha mai toccati. Attaccati in una maniera così dolente da impietosirmi.
C'è la tomba di una giovane ragazza di 26 anni trasformata nel giardino di casa, con gli scacciapensieri attaccati ai rami più bassi degli alberi e le statuine tra le piante.
C'è quella di un diciassettenne amante del mare tutta in un marmo celeste che ricorda le onde del mare.
Con Pablo guardavamo sempre con triste affetto la tomba di questo ragazzo sconosciuto, il nostro pensiero andava a quella madre che ormai da molti anni cambiava con ostinato tempismo la foto sulla tomba, adattandola alle stagioni.
Le scritte disperate con cui i compagni di scuola avevano imbrattato i marmi circostanti sono ormai sbiadite nel tempo, la disperazione espressa da quelle frasi si sarà sicuramente dissipata, mentre il dolore tenace di quella madre non è mai sbiadito. Lei è sempre stata lì ad accudire quel figlio che non c'è più, attenta a cambiare le foto e a pulire la tomba così come quando tirava fuori i maglioni invernali e rifaceva il letto del suo ragazzo. Un amore che va oltre la morte.

Il caso ha voluto che anni dopo, la tomba in cui è stata deposta Liliana fosse quasi di fronte alla tomba azzurra.
Il caso? no quacosa che va oltre il caso.
Liliana, che amava il mare sopra ogni cosa, ora ha di fronte il mare di marmo.
Chissà, magari lo conosceva quel ragazzo, magari sapeva la sua storia.
Ma la tomba di Liliana non ha visitatori affettuosi, non ci sono lumi, non ci sono fiori.
L'ultima volta ho portato io un mazzo di rose gialle, non potevo vederla così dimenticata.
Lei forse avrebbe apprezzato di più un frammento di scoglio, una conchiglia.
Riposa in pace Liliana, finalmente in pace.

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