La gente arriva a queste pagine in tante maniere. Una che mi ha colpito è la ricerca di parole da scrivere in occasione di un lutto.
Incapacità di pensare?
Incapacità di scrivere?
Incapacità di esprimere i propri sentimenti?
Incapacità di avere dei sentimenti?
Se non si è una rapa qualcosa si dovrà pur sentire, no?
Ti dispiace che sia morto il padre di una tua amica? Diglielo con le parole che ti vengono dal cuore, non è difficile.
Sei senza parole perché di fronte alla morte non ci sono parole che possano consolare? diglielo. Dille che non esistono parole per lenire il suo dolore, che sai solo tenerla stretta a te per farle sentire che ci sei, che per lei ci sei.
E' morta la moglie di un tuo amico, era giovane ed è stata devastata da mesi di sofferenze? E' un tuo amico, stagli vicino, scriviglielo, e soprattutto fallo davvero, ne avrà bisogno disperatamente.
Perché pensate di dover cercare le frasi scritte da un altra persona per un altro lutto? Se avete un cuore ascoltatelo, e scrivete quello che sentite.
Non immaginate quanto possa far bene leggere un foglio di carta scritto a mano con parole sincere.
Non leggete questo blog
Non leggete quello che scrivo se non siete disposti ad accettare che il dolore esiste, che il dolore è qui e che rischia di sfiorarvi e forse di travolgervi.
Non leggetelo se non siete disposti a tacere.
Non ditemi mai "non DEVI fare così, non DEVI dire questo" .
Che ne sapete voi di quello che ho dentro? Che ne sapete voi di cosa vuol dire doversi alzare dal letto ogni mattina per affrontare il vuoto, il lutto, la mancanza irrimediabile?
Non leggetelo se siete convinti che la vita sia solo rose e fiori e non volete vedere il nero.
Non leggetelo se volete solo distrarvi.
Non leggete le mie parole se pensate di dirmi "la vita va avanti, devi vivere per te".
Qui vi troverete sbattuto in faccia il dolore soffocante, quello che impedisce di respirare.
Qui vi troverete sbattuto in faccia il desiderio impellente, disperato, di morire per smettere di soffrire.
Qui vi troverete sbattuto in faccia il lutto cupo, devastante. Quello che impedisce di indossare i colori, non perché sia una convenzione sociale, ma perché il corpo li respinge, perchè il corpo può accettare solo il nero, il grigio e il bianco.
Qui vi troverete sbattuta in faccia tutta la mia rabbia per l'ingiustizia di questa morte. Per quello che non gli è stato concesso. Per quello che ci è stato tolto.
Non leggetemi se non siete disposti alla pietas, al cordoglio. Quelli veri.
Tutto questo che avete appena letto l'ho scritto nei primi anni del lutto, quando c'erano solo sofferenza, mancanza, rabbia. Adesso, attraverso un complesso e articolato percorso di elaborazione, di maturazione e di crescita personale, il manifesto è da aggiornare: Non leggete se credete che chi è morto è sparito o non esiste più , non leggete se pensate che chi amate vi abbia abbandonato, non leggete se non siete capaci di aprire la mente anche a ciò che non conoscete. Non leggete se non volete vivere pienamente la vostra nuova vita, quella dopo il lutto.
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Non leggetelo se non siete disposti a tacere.
Non ditemi mai "non DEVI fare così, non DEVI dire questo" .
Che ne sapete voi di quello che ho dentro? Che ne sapete voi di cosa vuol dire doversi alzare dal letto ogni mattina per affrontare il vuoto, il lutto, la mancanza irrimediabile?
Non leggetelo se siete convinti che la vita sia solo rose e fiori e non volete vedere il nero.
Non leggetelo se volete solo distrarvi.
Non leggete le mie parole se pensate di dirmi "la vita va avanti, devi vivere per te".
Qui vi troverete sbattuto in faccia il dolore soffocante, quello che impedisce di respirare.
Qui vi troverete sbattuto in faccia il desiderio impellente, disperato, di morire per smettere di soffrire.
Qui vi troverete sbattuto in faccia il lutto cupo, devastante. Quello che impedisce di indossare i colori, non perché sia una convenzione sociale, ma perché il corpo li respinge, perchè il corpo può accettare solo il nero, il grigio e il bianco.
Qui vi troverete sbattuta in faccia tutta la mia rabbia per l'ingiustizia di questa morte. Per quello che non gli è stato concesso. Per quello che ci è stato tolto.
Non leggetemi se non siete disposti alla pietas, al cordoglio. Quelli veri.
Tutto questo che avete appena letto l'ho scritto nei primi anni del lutto, quando c'erano solo sofferenza, mancanza, rabbia. Adesso, attraverso un complesso e articolato percorso di elaborazione, di maturazione e di crescita personale, il manifesto è da aggiornare: Non leggete se credete che chi è morto è sparito o non esiste più , non leggete se pensate che chi amate vi abbia abbandonato, non leggete se non siete capaci di aprire la mente anche a ciò che non conoscete. Non leggete se non volete vivere pienamente la vostra nuova vita, quella dopo il lutto.
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sabato 1 giugno 2013
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